“Abbiamo ostinatamente voluto che anche la Lucania avesse un Istituto bibliotecario di carattere nazionale. Il comune impegno – politico, amministrativo e culturale – ha avuto buon esito, sicché, oggi, Potenza viene finalmente ad associarsi alle città già capitali degli Stati pre-unitari e alla stessa Roma, con la «Biblioteca Nazionale», che, divenendo autonoma, esce dalla minorità propria di sezione staccata della nobile ed antica Biblioteca Nazionale di Napoli”.
Così scriveva nel 1985 Francesco Sisinni, in qualità di Direttore Generale del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, nella prefazione al volume, a cura del suo primo Direttore Maurizio Restivo, dedicato al nascente istituto culturale statale potentino, “che vuole e deve essere sede di memoria storica e di lettura dei documenti, centro di informazione e formazione culturali, e, nell’offerta di occasioni e proposte, strumento di costante provocazione per la cultura locale, certamente valida e perciò meritevole di tutela, ma bisognosa come tutte di continua verifica, alla stregua di suggestioni ed apporti, interni ed esterni, capaci di garantirne lo sviluppo nell’integrazione”. La Biblioteca nazionale di Potenza aveva inoltre il compito di “assicurare idonei sussidi a docenti e discenti del giovane Ateneo di Basilicata, facendosi supporto alla ricerca scientifica ed alimento alla didattica, nella trasmissione del sapere, garantita dalle fonti”.
Cinque anni più tardi, in un libro-intervista a cura di Mario Guidotti, I miei beni, Sisinni raccontava di essere rimasto impressionato da giovane dalla teoria sostenuta da tanti celebri economisti, secondo cui il più prezioso dei capitali è quello che si investe in esseri umani, tanto da volerla poi applicare più tardi nell’ambito dei beni culturali. “Se è vero che è proficuo investire in cultura, è anche vero che il raccolto è dilazionato nel tempo e non si misura in termini meramente quantistici. Perciò mi indignai quando vollero farmi capire al Ministero del Bilancio che il mio settore avrebbe potuto attingere alle risorse del Fio, solo se avessimo dimostrato, secondo coefficienti aritmetici, il rapporto costo-beneficio (ossia spesa per la cultura arricchimento materiale, conseguente all’investimento!)”. L’unico modo per vincere queste resistenza era per Sisinni quello di impegnarsi senza requie per conoscere e far conoscere i tesori librari, prendendo a modello la figura di San Francesco, che aveva portato il convento nel mondo: “noi avremmo dovuto portare, in un certo senso, il libro fuori dalla sacralità della biblioteca, senza, per questo, trascurare la biblioteca. E tale progetto avrebbe potuto concretarsi solo col Servizio Bibliotecario Nazionale”.
Da questi pochi spunti, tra i tanti possibili, emerge non solo il rapporto speciale di Francesco Sisinni con i libri (“mi piace leggerli e rileggerli, mi piace averli, mi piace persino ammirarli, e sono convinto che essi sono e saranno sempre beni insurrogabili”), ma anche il suo costante impegno ai massimi livelli per la cultura in senso lato e per la sua Basilicata.
Fu lui a cercarmi qualche mese fa, curioso di conoscere almeno a distanza colui che aveva raccolto l’eredità della Direzione dell’istituto che lui aveva promosso con tanta energia. In quella conversazione gli raccontai le ultime evoluzioni della Biblioteca nazionale di Potenza, cui è stata affidata da qualche anno anche la gestione del patrimonio bibliografico della Biblioteca provinciale, e lo invitai a visitare la sede del Polo bibliotecario di Potenza. Un invito destinato purtroppo a cadere nel vuoto.
Due sono i motivi di parziale consolazione. Il piacere di aver partecipato lo scorso 18 luglio al conferimento della nomina del Prof. Sisinni a Presidente onorario del Centro culturale José Mario Cernicchiaro nel 50° anniversario dell’istituzione del Ministero per i Beni Culturali, che lo vide assoluto protagonista al fianco del Ministro Giovanni Spadolini, della Biblioteca nazionale di Potenza e della Fondazione del Centro culturale di Maratea. E poi la constatazione che la strada intrapresa dal Polo bibliotecario di Potenza, ultima incarnazione della Biblioteca nazionale, è quella indicata quaranta anni fa dal Prof. Sisinni: un presidio culturale, che di recente ha acquisito anche il coordinamento scientifico del Polo regionale del Servizio Bibliotecario Nazionale, capace di dialogare con il territorio e di valorizzare la produzione editoriale lucana, un servizio pubblico di tutela e fruizione dei beni culturali con una forte vocazione educativa. Ma soprattutto un luogo che si è spogliato della sacralità che da sempre ammanta le biblioteche nell’immaginario collettivo, per farsi luogo vivo e pulsante, aperto alla comunità, una “biblioteca di persone”.
Per questo la Biblioteca nazionale di Potenza si unisce al cordoglio per la scomparsa del Professor Francesco Sisinni, studioso insigne e uomo delle istituzioni, rendendosi fin d’ora disponibile a ricordare la sua figura nel modo più adeguato, con il contributo di quanti lo conobbero e lo stimarono.
Luigi Catalani, Direttore della Biblioteca nazionale di Potenza







