Giovedì 22 Maggio il Polo Bibliotecario di Potenza ha ospitato l’incontro finale di un ciclo, finalizzato a fornire strumenti utili a contrastare due incresciosi fenomeni “giovanili” in costante crescita, anche nella sfera scolastica: bullismo e cyberbullismo (manifestazione del bullismo, ma in un contesto digitale, ossia atteggiamenti aggressivi e ripetitivi per molestare, intimidire o danneggiare un’altra persona).
Il percorso, pensato per genitori, insegnanti e dipendenti ATA delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado, mirava, dunque, a porre le basi per una “nuova alleanza educativa”, capace di fronteggiare comportamenti aggressivi e antisociali che rappresentano una minaccia per la vita stessa dei più piccoli e per la possibilità che essi possano partecipare alla vita della comunità. É infatti difficile ipotizzare che, crescendo, un ragazzo bullizzato o che trascorre molto tempo dietro dispositivi tecnologici, possa interessarsi al bene pubblico.
Un progetto di “cittadinanza attiva” che nel 2024/2025 ha coinvolto diversi attori come l'Ufficio Scolastico Regionale (quel giorno rappresentato da Barbara Coviello, referente Legalità e Politiche Giovanili e dalla Dirigente dell’Ufficio, la dott.ssa Claudia Datena), il Consiglio Regionale di Basilicata (presenti il Presidente Marcello Pittella tra i principali fautori del progetto, la dott.ssa Viviana Verri, consigliera-segretaria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Basilicata e Pierluigi Maulella Barrese, Direttore Comunicazione dello stesso Consiglio) e l’associazione “Il cielo in una stanza” (presenti Nino Cutro e Andrea Barra, rispettivamente Presidente e Coordinatore Scientifico dell’Associazione.
Cinque le scuole di istruzione secondaria di secondo grado coinvolte per l’edizione annuale del progetto di cittadinanza attiva: il Liceo Scientifico Statale “Pasolini” di Potenza, gli Istituti di Istruzione Superiore “Turi” di Matera, “Enrico Fermi” di Policoro, “Flacco- Battaglini” di Venosa, Istituto Professionale “Nicola Miraglia- Ruggiero di Lauria" di Lauria.
Il progetto è sorto con lo scopo di creare un clima di dialogo, tra il mondo degli insegnanti e degli operatori scolastici con il mondo dei genitori, che superasse il clima d’incomprensione e di equivoci che ha spesso visto i docenti ritenere i genitori di ragazzi bulli colpevoli di non fornire loro un’adeguata educazione. La grande novità è stata quella di rivolgersi all’anello debole della catena educativa, i genitori, spesso o disorientati per la scarsa conoscenza del problema o che si trincerano nella difesa dei propri figli, convinti che essi non siano abbastanza forti e che non siano in grado di affrontare le difficoltà. Si è trattato quindi di una vera e propria sfida culturale che ha messo al centro il “rischio educativo”.
La Consigliera segretaria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata, Viviana Verri, ha segnalato il preoccupante aumento dei casi di bullismo e cyberbullismo tra gli adolescenti, che spesso sono vittime dell’uso poco consapevole ed eccessivo (almeno 5 ore al giorno) della tecnologia e dei rischi ad essa associata: “le ultime indagini dicono che oltre un milione di ragazzi e ragazze in Italia, in media uno su due, tra i 15 e i 19 anni, è stata vittima di reati on line come il furto d’identità, o episodi di cyberbullismo e molestie sui social con notevoli ripercussioni psicologiche sulle vittime, in primis le donne, spesso oggetto di atteggiamenti misogini”. Secondo la dott.ssa Verri si rende necessario un programma di intervento, fondato su 5 punti, “educazione digitale critica ed affettiva in tutte le scuole, formazione permanente per i genitori e scuole affinché riconoscano tempestivamente atteggiamenti d’abuso, sostegno psicologico gratuito e di facile accessibilità per le vittime di abusi e odio, l’applicazione territoriale del “digital services act” previsto dalla Convenzione di Istanbul, che riconosce le violenze di genere anche on line come violazione di diritti umani, e la promozione di movimenti e associazioni che sperimentano pratiche di mutuo soccorso, strumenti di segnalazione collettiva e forme di testimonianza. Infine, l’applicazione della Legge Regionale 45/2018, che mira ad un sistema integrato di sicurezza nell’ambito del territorio regionale, attraverso misure contrastive nei riguardi della criminalità e favorevoli allo sviluppo della cultura della legalità”
Il Prefetto di Potenza, Michele Campanaro, ha sottolineato che a livello territoriale i numeri sono abbastanza contenuti, e che “le banche dati del Ministero degli Interni ci dicono che il numero delle denunce o segnalazioni è irrisorio, ma ciò probabilmente è legato alla scarsa conoscenza di un’applicazione gratuita e disponibile per tutti Youpol che permette di interagire tramite messaggi e invio anche di file multimediali con la Polizia di Stato e denunciare in modo anonimo episodi di violenza domestica, violenza di genere, droga, bullismo e cyberbullismo. Ne deriva la necessità di non abbassare la guardia e fare rete, per prevenire e contrastare questi fenomeni, anche attraverso un’adeguata conoscenza degli strumenti di legge in vigore, come ad esempio la Legge 71 del 2017, dedicata ad una vittima di cyberbullismo, Carolina Picchio, e prima legge italiana di contrasto e prevenzione a questo pericoloso fenomeno”.
Giuseppe Ferrari, Questore di Potenza, ha evidenziato “l’importanza degli strumenti recentemente introdotti dal legislatore per contrastare l’aumento dei casi di suicidio giovanile, verificatisi per il peso psicologico dei ripetuti abusi subiti, anche in rete. È importante denunciare. Quando si assiste a comportamenti che portano a queste conseguenze da parte di compagni o amici nei confronti di altri coetanei, non bisogna perdere tempo: occorre rivolgersi ai genitori, agli insegnanti, che poi prenderanno contatto con le forze di polizia. Il Questore, infatti, può subito applicare lo strumento dell’ammonimento nei riguardi di chi assume comportamenti violenti, anche solo verbali, con delle conseguenze che si possono trascinare anche nel corso degli anni.
Come Polizia di Stato siamo spesso nelle scuole insieme al corpo della polizia postale per promuovere incontri, con docenti e familiari dei ragazzi affinché si aiutino i ragazzi ad evitare che questo fenomeno si diffonda.”
Barbara Coviello, referente USR, ha posto l’accento sul tema del disagio giovanile, che “porta le vittime a subire gli atti di bullismo e cyberbullismo, perché ci si sente inadeguati a reagire in modo adeguato alle offese e sofferenze ricevute, spesso da persone con la stessa età ed esperienza. Un dolore che si ripresenta ciclicamente anche a distanza di anni e che il tempo non aiuta a metabolizzare presentandoci l’esperienza come un ricordo; ne deriva che si rende fondamentale ragionare sui sentimenti, altrimenti diventa difficile uscirne.”
Recentemente il parlamento ha emanato un decreto legislativo, che rappresenta il terzo provvedimento normativo in tema di cyberbullismo e bullismo, a partire dal 2017, e che cerca di aderire all’evoluzione di questi fenomeni emergenziali concentrandosi sulla responsabilità parentale nell’uso di web e social.
Assunta Mitidieri, Presidente del Corecom Basilicata, ha precisato che “all’interno di questo percorso di cittadinanza attiva, abbiamo preso parte – con la Fondazione Articolo 49, l’Ufficio scolastico regionale e l’Agcom – al progetto ‘Online – Onlife’ a cui hanno aderito 568 studenti e 13 Istituti tra scuole primarie e secondarie. Un’iniziativa che consentirà agli studenti degli istituti partecipanti di acquisire competenze fondamentali nel mondo digitale: usare il web in modo consapevole, saper distinguere i contenuti autentici da quelli falsi, riconoscere e prevenire i rischi della rete, come il cyberbullismo, cultura del rispetto e del contrasto all’hate speech e l’uso responsabile della comunicazione digitale, non solo sui social media ma sulle molteplici piattaforme in uso oggi”.
Il Presidente dell’Associazione “Il Cielo nella Stanza”, Nino Cutro, ha dichiarato che “la prevenzione si fa con la rete, come abbiamo cercato di fare aderendo al progetto e riflettendo con i propri interlocutori non solo sulle cause da cui questi fenomeni derivano, ma anche sulle buone pratiche da usare, per imparare a riconoscere, gestire e monitorare gli episodi di bullismo e cyberbullismo” . Invece Andrea Barra, psichiatra e Coordinatore Scientifico dell’associazione “Il Cielo nella Stanza”, ha illustrato dettagliatamente il fenomeno del bullismo nelle sue diverse forme di manifestazione e nei suoi elementi "scientifici", soffermandosi sulle conseguenze che comporta e sulle modalità più corrette per affrontarlo.
Marcello Pittella, Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, ha sottolineato che “il tema è innanzitutto culturale e che le istituzioni e la politica devono sostenere un processo, condiviso e concertato, di responsabilizzazione che vada oltre le appartenenze. Quella di oggi non è una tappa conclusiva, ma l’inizio di un percorso che intendiamo proseguire.
Nel merito del contrasto al bullismo e al cyberbullismo si è scelto un approccio che si fonda su un confronto costante con i giovani e le famiglie, che non devono sentirsi sole ma al contempo devono essere consapevoli che per guidare e governare l’innovazione tecnologica della società odierna occorre saper prevenire e contrastare gli effetti negativi derivanti dall’uso improprio degli strumenti digitali. Ogni giorno assistiamo a episodi gravi, spesso alimentati da un inquietante spirito di emulazione e dalle provocazioni diffuse sui social. Fermare questa spirale è fondamentale, e possiamo riuscirci solo attraverso una conoscenza profonda e una vicinanza concreta alle nuove generazioni.”
Nel mese settembre 2025 sarà presentato il vademecum sintesi del percorso fatto in questi mesi negli incontri con insegnanti, genitori e personale Ata delle scuole che hanno partecipato al progetto “Stop Cyberbullismo”. Inoltre, il progetto sarà rilanciato per dare l’opportunità anche agli studenti e alle scuole che, per ragioni legate al calendario scolastico, non hanno potuto partecipare”.










