Generazione Cerniera – Come trasformare i rischi in opportunità

Martedì 22 Luglio, presso il Polo Bibliotecario di Potenza, si è tenuta la presentazione della prima opera letteraria di Antonio Candela, “Generazione cerniera. Come trasformare i rischi in opportunità”, edito da Ecra.  

Ingegnere poliedrico, imprenditore e attivista culturale, nonché attento osservatore delle politiche giovanili, Candela è stato fondatore del Comincenter di Potenza, la più grande community di studenti e freelance della Basilicata, nonché coordinatore del dossier che portò la città di Potenza a vincere il titolo di “Città Italiana dei giovani 2024”  e nel suo libro raccoglie storie, dati, riflessioni e testimonianze all’interno di un’opera che può essere inteso, per molti versi, una sorta di manifesto generazionale. 

Infatti, il testo mette in luce la capacità di quella che è stata ed è in fondo la sua stessa generazione, ossia trasformare i rischi in possibilità, malgrado sia al tempo stesso, in una contraddizione senza precedenti, quella più formata da un lato, e quella più precaria dall’altro. Non è un caso, in tal senso, che essa abbia fondato il 45% delle start up italiane, nonostante non abbia potuto accedere a finanziamenti significativi – e che più di tutte può contribuire alla crescita del nostro Paese. 

La presentazione editoriale è stata pertanto l’occasione per aprire un dibattito pubblico sul presente e il futuro di una generazione che, nata tra analogico e digitale, oggi si ritrova spesso ai margini delle scelte economiche, sociali e politiche, nonostante sia la più formata della storia italiana. Una generazione “messa in naftalina, che tuttavia ha il compito di provare ad unire chi ci ha proceduto alle nuove generazioni, che hanno bisogno dell’esperienza, del coraggio, ma anche della sfacciataggine, di chi, seppur maltrattato, ha saputo raggiungere successo e affermazione, avendo provato a trasformare i rischi in opportunità”. 

L’autore ha dichiarato che “questo libro prova ad aprire una discussione sulla responsabilità di una generazione che magari non governerà, ma è chiamata ricucire la relazione tra le generazioni che ci hanno preceduto e che ci reputano ancora troppo giovani per essere classe dirigenti e quelli che invece ci vedono troppo vecchi, alla stregua di boomer, o meglio un po' troppo vecchi per essere etichettati ancora come giovani. L’obiettivo è quello di ricucire i due linguaggi, l’analogico e il digitale, e il divario tra le due generazioni per rimettere al centro le persone e le comunità. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo, riportando le relazioni, la cooperazione e l’amore per il prossimo al cuore del nostro modo di vivere e di lavorare. 

E questa è la mission che la nostra generazione di mezzo si propone per affrontare le sfide del futuro in maniera un po' più serena ed umana, con il giusto spirito proattivo e propositivo”. 

Nel testo Candela riporta storie di persone che pur pervase dall’incertezza hanno saputo sognare e immaginare il futuro, cogliendo senza paura, ma anzi riconoscendole e sfruttandole, le “opportunità” che gli si presentavano davanti, le quali, spesso non si manifestano secondo le aspettative come accadeva magarti in passato, ma si basano sulla capacità di fiuto anche nella fragilità e precarietà e cooperazione, volontà di fare le cose insieme. 

"Generazione Cerniera" è una vera e propria "chiamata" a chi si è sentito invisibile, fuori posto, troppo giovane per decidere e troppo vecchio per iniziare. Un tentativo di dar voce ad una generazione precaria se pur qualificata, nata “per strada” ma immersa dalla tecnologia. 

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Un saggio che prende spunto dalla “Generazione Cerniera”, ossia quella dei nati tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80. La generazione più “formata” della storia d’Italia, ma anche la più precaria. Troppo giovani per avere partecipato da protagonisti alla Prima Repubblica, troppo vecchi per essere pienamente dentro la rivoluzione digitale.